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Biodiversità e sicurezza. Esemplare di Ganoderma resinaceum su Quercus cerris (Cerro). Fungo saprofita, che si nutre di sostanze organiche vegetali in via di decomposizione; non necessariamente parassita e agente di carie bianca a lento sviluppo che causa lo schiarimento del legno colpito. Si riconosce facilmente per il cappello lucido; fungo non commestibile per l’impossibilità di masticazione della carne che risulta legnosa, tenace e consistente. Sebbene meno pericoloso del Ganoderma adspersum, è comunque un temibile agente patogeno che determina carie bianca alla base del fusto, nella parte sotterranea e nelle radici. Se la pianta riesce a formare legno di reazione, callo e contrafforti, ci sono buone possibilità di ristabilizzazione. 
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Il Morimus asper (Morino scabroso) è un coleottero della famiglia dei Cerambici, di grandi dimensioni, fino a 40 mm, facilmente riconoscibile per il corpo ovale, con le elitre (ala sclerificata, senza funzione del volo, una specie di scudo protettivo) saldate da tra loro; di colore nero opaco, con macchie non sempre evidenti. I maschi si distinguono dalle femmine per la lunghezza delle antenne, le quali superano la lunghezza del corpo (dimorfismo sessuale). Il Morimus asper è un coleottero silvicolo, xilofago e saproxilico, che predilige latifoglie, con tronchi a terra, ceppaie, alberi morti ancora in piedi, e legna accatastata di diametro superiore ai 13 cm. Per la sua ridotta capacità dispersiva è considerata una specie vulnerabile. Ecco perché è indispensabile riconoscerla e non distruggerla. Rispettare il bosco anche con il legno morto, non portare via tutta la legna, ma lasciare ceppi, tronchetti accatastati, sono una modalità per preservare la biodiversità mai così a rischio come ora. Rispettare questi insetti significa anche rispettare il bosco, il suo ciclo vitale e produttivo. Per il monitoraggio di questa specie, consiglio questo link: http://www.biodiversita.lombardia.it/sito/images/ELISABETTA/pdf/Linee_guida_MIPP/05_Morimus

Morimus asper (Morino scabroso)

Intervento di potatura in tree climbing con rimonda del secco e tagli di ritorno in chioma. Ripulitura dall’edera, nel fusto e in chioma. L’intervento è stato effettuato in collaborazione con Marco Rinaldi di Alberi Maestri, Francesco Santini, Massimiliano Stocchi, Simone Romani, Michele Speciale, Manuel Ristori, Massimiliano Ciufini.

Potatura pino domestico
Intervento in tree climbing su pino domestico per ripulitura dei rami fuori sagoma e rimonda del secco

Il pino domestico (Pinus pinea, pino da pinoli) è una delle specie più diffuse nel territorio italiano, in particolare al centro-sud e lungo le coste; grazie all'intrinseca capacità di adattarsi facilmente alle condizioni del suolo e di clima (pedoclima) e nonché ad una crescita abbastanza celere, il Pinus Pinea, ha trovato spazio facilmente nella nostra penisola. Negli anni, la vasta diffusione di questa conifera ha evidenziato alcune problematiche non di poco conto, come il sollevamento delle pavimentazioni, dei manti stradali, e l’improvviso cedimento strutturale. Entrambi i fattori sono da ricercare nelle caratteristiche peculiari della specie e alle problematiche che insorgono in ambito urbano.

La forma tipica allungata e modellata dal vento

Se in generale nel “sistema albero” la crescita in altezza è dovuta principalmente alla dominanza apicale dell’asse verticale principale rispetto alle branche laterali, nel pinus pinea avviene invece un fenomeno interessante dal punto di vista strutturale. Le branche laterali si allungano notevolmente (in particolare quelle inferiori), superando spesso la lunghezza degli assi dominanti verticali, e dando vita in tal modo alla consueta forma arrotondata e ovoidale del pinus pinea, detta anche scherzosamente a “disco volante”.

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Ci vuole un albero per salvare la città;  Francis Hallé, Ponte alle Grazie, 2018, pp. 118, € 11,00.

Un vero proprio manifesto per i politici e gli amministratori pubblici per la cura e la difesa degli alberi in città. Dai toni, oserei direi anche un atto d'accusa per tutti coloro che disprezzano a vario titolo e per vari motivi - spesso discutibili - gli alberi e la loro funzione salutare all'interno degli ambienti urbani. Attenzione, non si tratta di una difesa ad oltranza, oppure di una forma integralista di difesa ambientale; lungi dalle intenzioni dell'autore questo tipo di approccio. Piuttosto, un sottolineare con forza e decisione, grazie anche al supporto della ricerca scientifica, il ruolo sempre più fondamentale dell'albero in città. Non a caso il titolo: Ci vuole un albero per salvare la città. Città sempre più assediate dall'inquinamento chimico e acustico. Nessuno, e in particolare gli amministratori pubblici che gestiscono i contributi della collettività, pensa mai ai benefici di un albero in città. Non si tratta solo di ridurre l'inquinamento, l'anidride carbonica e delle polveri sottili; un albero abbassa la temperatura dell'ambiente circostante anche di 7/8 gradi centigradi mitigandone l'umidità; provate a pensare come sarebbe possibile risparmiare energia elettrica permettendo agli alberi di abbassare la temperatura in estate! Si, perché un albero consuma anidride carbonica e produce ossigeno! Un albero ti cambia l'umore, ti rasserena con il suo verde; addirittura ti carica di euforia con la sua produzione di ioni negativi.

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Potatura in tree climbing

Potatura di nove querce in Pieve San Giovanni (AR), in tree climbing con tagli di ritorno, senza asportazione totale degli apici (capitozzatura), rimonda del secco. In collaborazione con Arboricoltura 3S.