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Ci vuole un albero per salvare la città;  Francis Hallé, Ponte alle Grazie, 2018, pp. 118, € 11,00.

Un vero proprio manifesto per i politici e gli amministratori pubblici per la cura e la difesa degli alberi in città. Dai toni, oserei direi anche un atto d'accusa per tutti coloro che disprezzano a vario titolo e per vari motivi - spesso discutibili - gli alberi e la loro funzione salutare all'interno degli ambienti urbani. Attenzione, non si tratta di una difesa ad oltranza, oppure di una forma integralista di difesa ambientale; lungi dalle intenzioni dell'autore questo tipo di approccio. Piuttosto, un sottolineare con forza e decisione, grazie anche al supporto della ricerca scientifica, il ruolo sempre più fondamentale dell'albero in città. Non a caso il titolo: Ci vuole un albero per salvare la città. Città sempre più assediate dall'inquinamento chimico e acustico. Nessuno, e in particolare gli amministratori pubblici che gestiscono i contributi della collettività, pensa mai ai benefici di un albero in città. Non si tratta solo di ridurre l'inquinamento, l'anidride carbonica e delle polveri sottili; un albero abbassa la temperatura dell'ambiente circostante anche di 7/8 gradi centigradi mitigandone l'umidità; provate a pensare come sarebbe possibile risparmiare energia elettrica permettendo agli alberi di abbassare la temperatura in estate! Si, perché un albero consuma anidride carbonica e produce ossigeno! Un albero ti cambia l'umore, ti rasserena con il suo verde; addirittura ti carica di euforia con la sua produzione di ioni negativi.

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Il nostro impegno non si limita solo alla cura degli alberi e delle piante; è nostro desiderio poter dare il proprio contributo nel ridurre il più possibile l'impatto ambientale con scelte quotidiane ecosostenibili concrete. Abbiamo, infatti, cercato di convertire il più possibile la nostra attrezzatura a motore endotermico (motore a scoppio) con prodotti elettrici muniti di batterie al litio che riducono sensibilmente le emissioni di CO2. Inoltre, quando non è stato possibile il passaggio al sistema a batteria, abbiamo optato per le miscele alchilate, le quali sono un mezzo efficace per ridurre le emissioni cancerogene di benzolo e altri composti aromatici. L'utilizzo di miscele alchilate, grazie alla combustione più pulita, offre una serie di vantaggi ecologici:

  • Circa il 20% in meno di tenore massimo di CO nei gas di scarico
  • Riduzione dei gas a effetto serra
  • STIHL HP Ultra miscelato è biodegradabile (per oltre l’80% in 21 giorni)*

L'olio per la lubrificazione delle spranghe e delle catene delle motoseghe è  biodegradabile, a base vegetale, classificato come non dannoso per i corsi d'acqua e quindi idoneo ad essere utilizzato in aree di tutela acque e zone geografiche sensibili dal punto di vista ecologico**.

*(Fonte Sthil: https://www.stihl.it/carburante-speciale-stihl-motomix.aspx#); ** (Fonte Sthil: https://www.stihl.it/olio-per-catene-stihl-bioplus.aspx).

La timidezza delle chiome

La timidezza delle chiome, La lezione degli alberi per ritrovare il tempo che ci è stato rubato; Pietro Maroè, Rizzoli, 2017, pp. 198, € 17.

Un appassionante lettura sul mondo degli alberi e di chi, come il sottoscritto, se ne prende cura. L’autore, noto tree climber, descrive con un linguaggio semplice ma accurato il sistema albero. Pietro Maroè guida il lettore aiutandolo ad acquisire le basi dell’arboricoltura, vera e propria arte, nonché scienza, del prendersi cura degli alberi. Non è un libro tecnico, ma un romanzo facile da leggere ma per nulla superficiale o banale. Soprattutto è un testo divulgativo per far conoscere il mondo degli alberi, che altro non sono, come dice l’autore, coloro che ci permettono di respirare. “Il mondo visto dalla cima degli alberi è diverso: sembra migliore, è più facile viverci quando scendi. Impari a stare sulla terra come ci stanno le piante. Con calma”.

Intervento in tree climbing su esemplare secolare di Quercus spp., con rimonda del secco. La rimonda (eliminazione) del secco è eseguita per facilitare compartimentazione naturale dell’albero al fine di impedire che funghi e batteri aggrediscano e penetrino al suo interno. Quando possibile si effettuano dei tagli cosiddetti a corona (crown cut), i quali consistono nell’effettuate tagli irregolari che assomiglino il più possibile alla rottura naturale del ramo. Questo tipo di taglio favorisce inoltre la prolificazione di varie specie di insetti che nidificano e si riproducono nel legno secco o degradato. Comunque sia, in questi casi, gli interventi di potatura sono limitati a quei rami che l’albero già da solo sta eliminando, ben riconoscibili dal collare di commiato, o a quei rami che possono costituire un pericolo per le persone (in quest’ultimo caso, vi sono anche altre soluzioni come, per esempio, il cablaggio). La limitazione degli interventi dì potatura è fondamentale per  mantenere inalterato il più possibile l’apporto della superficie fotosintetica, che è di vitale importanza per la sopravvivenza della’albero stesso. Gli alberi monumentali e secolari sono definiti “vetusti” (in inglese ancient), e sono una ricchezza per la conservazione della biodiversità in natura. Per curiosità consulta anche: http://www.regione.toscana.it/-/alberi-monumentali

Intervento in tree climbing su esemplare di Quercus spp.

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Morimus asper (Cerambycidae) su legno morto di un Pioppo nero

Può un qualcosa che apparentemente consideriamo come morta, essere di un immenso valore per l'uomo? La risposta è si! Sto parlando del legno morto. Il suo valore ecologico è inestimabile! Con il termine "legno morto" intendo tutti quegli alberi, indistintamente dalla specie e dall'età che sono appunto morti, ancora in piedi o già sdraiati in terra. Tali alberi rappresentano una risorsa da un immenso peso ecologico. A seconda dell'età dell'albero,  esso continua a essere vivo, nel senso che è abitato da una innumerevole schiera di inquilini. Non sto parlando solamente di scoiattoli, gufi o simili: ma anche di insetti di vario genere, di funghi, rospi e rettili. Il ruolo del legno morto è di vitale importanza per la sopravvivenza di tantissime specie animali e non. Un particolare spesso trascurato o nemmeno preso in considerazione. ...continua a leggere "Il valore inestimabile del legno morto!"

La carie cubica è causata da funghi cariogeni che attaccano gran parte della cellulosa e delle emicellulose lasciando quasi intatta la lignina. Questi agenti cariogeni determinano una colorazione scura dei tessuti che negli ultimi stadi assumono una consistenza molto friabile. Ciò comporta una rottura secondo piani di sfaldatura ortogonali. Il legno colpito perde resistenza alla compressione e alla flessione, e aumenta la permeabilità. I tessuti assorbono acqua infatti più rapidamente e si asciugano lentamente; cosi il legno è soffice quando è umido mentre quando è asciutto si spacca facilmente. (Per gentile concessione di Studio Arbotek)

In questo caso la presenza di carie e la concomitante presenza di corteccia inclusa hanno determinato la rottura del fusto codominate.

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Passeggiando per le vie di molte città, da un po’ di tempo a questa parte, capita frequentemente di imbattersi in alcuni esemplari di Cedrus spp. che dopo essere stati potati, cominciano ad avvizzire e dunque seccare definitivamente. Le cause possono essere diverse. In generale, una conifera (cedri, abeti, cipressi, ecc.) non andrebbe potata; semplicemente andrebbero rimossi i rami secchi che la pianta già da sola ha iniziato a seccare e dunque eliminare.

Cedrus d. con biforcazione; il tronco codominante di sinistra è avvizzito; si nota la potatura selvaggia con capitozzatura.

Invece da qualche anno si assiste alla malsana pratica, oramai una vera e propria moda, di potare, capitozzandoli, le conifere e in particolare i cedri. Le conseguenze di questa moda le possiamo vedere già oggi: gli alberi si seccano! Ne consegue l'abbattimento. Oltre al danno ecologico ed economico, vi è anche la delusione e il dispiacere di vedere così tanti alberi morire. Molti operatori si sono improvvisati potatori (provenendo da altri settori come l'edilizia, per esempio) e continuano indisturbati a  potare selvaggiamente alberi che richiedono prima di tutto, la conoscenza del "sistema albero". Per questo è importante verificare la professionalità degli operatori e la loro formazione. Purtroppo, e mi dispiace dirlo, anche professionisti affermati da anni, praticano la capitozzatura ignorando le conseguenze devastanti negli anni a seguire.  ...continua a leggere "Conseguenze delle capitozzature su cedro"