Valutazione di stabilità (Visual Tree Assessement: V.T.A.) di due esemplari di Cedrus deodara in fase di avvizzimento (Foto 1).
Entrambi gli esemplari presentano una fase di degradamento avanzato. L’esemplare 1, a nord (foto 2), con biforcazione a circa 2,10 m.t. dal piede del tronco, presenta la codominanza più a ovest completamente avvizzita; la codominanza lato est, presenta invece l’apice in fase di disseccamento, di circa 1,50 m.t. Alla base del tronco si notano numerosi contrafforti e depressioni compatibili con presenza di attività fungina;
in corrispondenza di quest’ultime vi è il distacco completo della corteccia, soprattutto nel lato esposto a sud; più limitato nel lato a nord (rispettivamente foto 3 e 4). Presenza di muffa bianca residua sul legno secco sotto la corteccia distaccata, e fessurazioni evidenti sul medesimo (foto 3). I sintomi riscontrati lasciano pensare che trattasi di attacco del genere Armillaria; in questo periodo non è possibile trovarne i corpi fruttiferi per l’identificazione specifica, i quali fanno la loro comparsa tra agosto e novembre. Il cambio e l’alburno sono compromessi con interruzione dei vasi conduttori. La parti di radice corrispondenti sono morte e visibilmente fessurate (foto 5).
La codominanza lato est (foto 2 e 6) presenta fessurazione evidente di legno di reazione, dovuta alla sollecitazione del difetto congenito di codominanza, esteso però, solamente alla parte corticale; tale fessurazione, in caso di avvizzimento completo, potrebbe estendersi internamene provocando il cedimento per collasso della branca stessa.
L’esemplare 2 (Foto 7), a sud, presenta un inizio di avvizzimento apicale; alla base del tronco si riscontrano contrafforti e depressioni; distacco iniziale di corteccia e presenza di muffa bianca. Il cambio e l’alburno sono compromessi con interruzione dei vasi conduttori. Anche in questo caso, compatibile con attacco di Armillaria (foto 8).
Visto quanto sopra esposto, se ne consiglia l’abbattimento in tempi brevi per motivi di sicurezza. Il completo avvizzimento dei due cedri, infatti, comporterebbe un irrigidimento della struttura con conseguente perdita di elasticità, aumentando il rischio di un possibile sradicamento o distaccamento di porzioni importanti che potrebbero colpire eventuali bersagli nelle vicinanze.
Tra le cause per le quali i due cedri si sono ammalati - poiché si possono escludere eventuali danni provocati alle radici da scavi a ridosso degli alberi -, la più probabile è la capitozzatura dell'apice e l'eccessiva potatura. Da qualche anno purtroppo è invalsa la mala abitudine di potare le conifere (cedri, abeti, pini), come una siepe o un piccolo albero ornamentale. I danni provocati da queste potature senza senso, si potranno constatare nei prossimi dieci anni.