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Tree climbing, lavoro su funi

Il lavoro su funi su piante ad alto fusto, conosciuto come tree climbing, offre una serie di vantaggi rispetto all'utilizzo di piattaforme da lavoro elevabili (PLE). Prima di tutto, il fatto che la pianta è "guardata dall'interno"; anziché dover accedere dall'esterno della chioma, vi si accede dall'interno verso l'esterno, evitando così di doversi far spazio con tagli impropri per poter accedere alle zone interessate dalla potatura. Inoltre offre, proprio grazie al miglior posizionamento dell'operatore, una maggior precisione di taglio, che favorisce il taglio di ritorno, evitando così la capitozzatura. Non vi sono limiti di altezza, riducendo così i costi dovuti all'utilizzo di piattaforme di grandi dimensioni. Si può accedere su spazi confinati o zone impervie, dove una piattaforma non vi può operare.

Potatura pino domestico
Intervento in tree climbing su pino domestico per ripulitura dei rami fuori sagoma e rimonda del secco

Il pino domestico (Pinus pinea, pino da pinoli) è una delle specie più diffuse nel territorio italiano, in particolare al centro-sud e lungo le coste; grazie all'intrinseca capacità di adattarsi facilmente alle condizioni del suolo e di clima (pedoclima) e nonché ad una crescita abbastanza celere, il Pinus Pinea, ha trovato spazio facilmente nella nostra penisola. Negli anni, la vasta diffusione di questa conifera ha evidenziato alcune problematiche non di poco conto, come il sollevamento delle pavimentazioni, dei manti stradali, e l’improvviso cedimento strutturale. Entrambi i fattori sono da ricercare nelle caratteristiche peculiari della specie e alle problematiche che insorgono in ambito urbano.

La forma tipica allungata e modellata dal vento

Se in generale nel “sistema albero” la crescita in altezza è dovuta principalmente alla dominanza apicale dell’asse verticale principale rispetto alle branche laterali, nel pinus pinea avviene invece un fenomeno interessante dal punto di vista strutturale. Le branche laterali si allungano notevolmente (in particolare quelle inferiori), superando spesso la lunghezza degli assi dominanti verticali, e dando vita in tal modo alla consueta forma arrotondata e ovoidale del pinus pinea, detta anche scherzosamente a “disco volante”.

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Ci vuole un albero per salvare la città;  Francis Hallé, Ponte alle Grazie, 2018, pp. 118, € 11,00.

Un vero proprio manifesto per i politici e gli amministratori pubblici per la cura e la difesa degli alberi in città. Dai toni, oserei direi anche un atto d'accusa per tutti coloro che disprezzano a vario titolo e per vari motivi - spesso discutibili - gli alberi e la loro funzione salutare all'interno degli ambienti urbani. Attenzione, non si tratta di una difesa ad oltranza, oppure di una forma integralista di difesa ambientale; lungi dalle intenzioni dell'autore questo tipo di approccio. Piuttosto, un sottolineare con forza e decisione, grazie anche al supporto della ricerca scientifica, il ruolo sempre più fondamentale dell'albero in città. Non a caso il titolo: Ci vuole un albero per salvare la città. Città sempre più assediate dall'inquinamento chimico e acustico. Nessuno, e in particolare gli amministratori pubblici che gestiscono i contributi della collettività, pensa mai ai benefici di un albero in città. Non si tratta solo di ridurre l'inquinamento, l'anidride carbonica e delle polveri sottili; un albero abbassa la temperatura dell'ambiente circostante anche di 7/8 gradi centigradi mitigandone l'umidità; provate a pensare come sarebbe possibile risparmiare energia elettrica permettendo agli alberi di abbassare la temperatura in estate! Si, perché un albero consuma anidride carbonica e produce ossigeno! Un albero ti cambia l'umore, ti rasserena con il suo verde; addirittura ti carica di euforia con la sua produzione di ioni negativi.

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La timidezza delle chiome

La timidezza delle chiome, La lezione degli alberi per ritrovare il tempo che ci è stato rubato; Pietro Maroè, Rizzoli, 2017, pp. 198, € 17.

Un appassionante lettura sul mondo degli alberi e di chi, come il sottoscritto, se ne prende cura. L’autore, noto tree climber, descrive con un linguaggio semplice ma accurato il sistema albero. Pietro Maroè guida il lettore aiutandolo ad acquisire le basi dell’arboricoltura, vera e propria arte, nonché scienza, del prendersi cura degli alberi. Non è un libro tecnico, ma un romanzo facile da leggere ma per nulla superficiale o banale. Soprattutto è un testo divulgativo per far conoscere il mondo degli alberi, che altro non sono, come dice l’autore, coloro che ci permettono di respirare. “Il mondo visto dalla cima degli alberi è diverso: sembra migliore, è più facile viverci quando scendi. Impari a stare sulla terra come ci stanno le piante. Con calma”.

Intervento in tree climbing su esemplare secolare di Quercus spp., con rimonda del secco. La rimonda (eliminazione) del secco è eseguita per facilitare compartimentazione naturale dell’albero al fine di impedire che funghi e batteri aggrediscano e penetrino al suo interno. Quando possibile si effettuano dei tagli cosiddetti a corona (crown cut), i quali consistono nell’effettuate tagli irregolari che assomiglino il più possibile alla rottura naturale del ramo. Questo tipo di taglio favorisce inoltre la prolificazione di varie specie di insetti che nidificano e si riproducono nel legno secco o degradato. Comunque sia, in questi casi, gli interventi di potatura sono limitati a quei rami che l’albero già da solo sta eliminando, ben riconoscibili dal collare di commiato, o a quei rami che possono costituire un pericolo per le persone (in quest’ultimo caso, vi sono anche altre soluzioni come, per esempio, il cablaggio). La limitazione degli interventi dì potatura è fondamentale per  mantenere inalterato il più possibile l’apporto della superficie fotosintetica, che è di vitale importanza per la sopravvivenza della’albero stesso. Gli alberi monumentali e secolari sono definiti “vetusti” (in inglese ancient), e sono una ricchezza per la conservazione della biodiversità in natura. Per curiosità consulta anche: http://www.regione.toscana.it/-/alberi-monumentali

Intervento in tree climbing su esemplare di Quercus spp.

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Morimus asper (Cerambycidae) su legno morto di un Pioppo nero

Può un qualcosa che apparentemente consideriamo come morta, essere di un immenso valore per l'uomo? La risposta è si! Sto parlando del legno morto. Il suo valore ecologico è inestimabile! Con il termine "legno morto" intendo tutti quegli alberi, indistintamente dalla specie e dall'età che sono appunto morti, ancora in piedi o già sdraiati in terra. Tali alberi rappresentano una risorsa da un immenso peso ecologico. A seconda dell'età dell'albero,  esso continua a essere vivo, nel senso che è abitato da una innumerevole schiera di inquilini. Non sto parlando solamente di scoiattoli, gufi o simili: ma anche di insetti di vario genere, di funghi, rospi e rettili. Il ruolo del legno morto è di vitale importanza per la sopravvivenza di tantissime specie animali e non. Un particolare spesso trascurato o nemmeno preso in considerazione. ...continua a leggere "Il valore inestimabile del legno morto!"

Lavori in quota su fune in sicurezza (mod. B) per interventi in tree climbing su alberi: potature, abbattimenti, messa in sicurezza mediante cablaggi.

Lavori in quota su fune mod. B - Tree Climbing

L'esperienza meravigliosa di pulire dal secco alberi monumentali come questi Platanus x hispanica datati 1805! Salire a quasi 25-28 metri, prendendosi cura di questi monumenti viventi, è impagabile per un arboricoltore.

Rimonda del secco su alberi monumentali